Un “pezzo di Egitto” al Museo civico di Palazzo Traversa
Postato il 12 novembre 2012
Postato il 12 novembre 2012
Il Museo civico di Palazzo Traversa, rappresentato dalla sua direttrice Giovanna Cravero, ha partecipato sabato 10 novembre alla giornata di studio sul tema “Mummie egizie in Piemonte. Storia ed attualità in ambito egittologico ed antropologico”, organizzata dal Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli studi di Torino e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie.
Le mummie, testimonianze dirette ed eccezionali delle popolazioni del passato, sono un patrimonio biologico unico ed irripetibile, da tutelare e valorizzare nell’ambito dei beni culturali italiani. L’intervento della struttura museale braidese, inserito nell’ambito delle relazioni sulle collezioni piemontesi, si è concentrato sulla presenza della mummia egizia di un bambino nelle sale della struttura di via Parpera. Probabilmente sconosciuto ai più, tra i reperti del museo è presente infatti anche un frammento di mummia, per l’esattezza il tratto inferiore delle gambe e i piedi di un infante, del cui arrivo non resta traccia nei documenti d’archivio. “Non vi si fa cenno – spiegano dal Museo di archeologia, storia ed arte di Bra – né nei rendiconti lasciati dal fondatore del museo Euclide Milano, né tra le registrazioni dei successivi arrivi di materiali di varia natura ad incremento delle raccolte. Unica segnalazione rimane quella presente in un articolo del professor Silvio Curto, che non ha escluso un’ipotetica provenienza del reperto da Pollenzo, suffragata soltanto dal rinvenimento di altri manufatti (trafugati dal museo nel gennaio del 1972), che attesterebbero l’esistenza di culti egizi e, per estensione, l’eventuale ricorso a pratiche funerarie della medesima origine”.
La giornata di studio è da considerarsi come una prima tappa volta a promuovere l’incontro e il dialogo tra studiosi di diversi settori disciplinari, ciascuno dei quali ha affrontato il tema in oggetto mettendo in luce, secondo diverse prospettive, aspetti noti e meno conosciuti, in alcuni casi anche inediti. Le storie di coloro che hanno scoperto e raccolto le mummie e di quelli che le hanno curate nei Musei, confermano ancora una volta come Torino e il Piemonte intero – Bra compresa – siano ancora centro di attrazione dei cultori dell’egittologia”.
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